Autore - Paola Tabusso

Colore

E volta a volta traversando il bellissimo Piemonte da Torino a Chieri e Asti, o nella valle di Susa o verso Vercelli tra i risi e i prati opulenti, ci vien fatto di scoprire le forme, gli episodi, i ritmi, le cadenze, i colori inventati da Tabusso. E riconsciamo il ciliegio con la scala appoggiata al tronco, il cacciatore pronto sulla quaglia frullante ai margini del granturco o ai limiti del campo, il taglio di un orizzonte, le curve di una collina, la fattura di una casa o di un tetto. Sarebbe così anche se volessimo recuperare in Inghilterra o in Russia quelle situazioni da cui Tabusso ha preso le mosse per alcuni dei suoi quadri più incantati. E ciò anche se i giocatori di bocce della sua Rubiana distesa e raccolta nella morbida conca a ridosso delle grandi montagne, sono parenti molto stretti delle guardie reali di Londra o dei contadini delle pianure di Russia. Piercarlo Santini, dalla presentazione della mostra a Lucca del 1960

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29 gennaio 2012

Ha aspettato una delle più copiose nevicate degli ultimi vent’anni per andarsene. Ha voluto assicurarsi che le scuole fossero chiuse, la circolazione difficile, qualcuno a costruire pupazzi al Valentino o giocare a tirarsi palle, come usava quando eravamo ragazzi, che la fioca era un pretesto per guardare fuori dalla finestra e divagare coi pensieri. Non uscire di casa, mettersi addosso un plaid, bere un te caldoe gioire della morsa dell’inverno. I rumori attutiti, il caos dimenticato, un inconsueto silenzio. Il momento migliore per dire addio alla Crocetta, sollevarsi dalla terra e volare via come un omino del suo amato Chagall. Francesco Tabusso ci ha lasciati, quando Torino si risvegliava assonnata e coperta da un manto bianco. La sua città gli ha regalato l’ultima nevicata, il soggetto prediletto della sua pittura, quello che amici e collezionisti amavano di più, nonostante sia stato autore di quadri altrettanto efficaci e intensi. È vero, quando scompare un artista antico come era lui, c’è il rischio di ricordarlo con troppa nostalgia, prigionieri di quel sentimento d’antan che se non riesce a riportarci indietro nel tempo almeno ci regala l’illusione dell’eterna giovinezza. Emerse, lui strenuamente figurativo, nella stagione dell’Informale astratto con i suoi coetanei Ruggeri, Saroni e Soffiantino. [...]

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Fiabe e Boschi e la Pinacoteca di Rubiana

A seguito della cittadinaza onoraria conferitagli dal Comune di Rubiana nel 2016, Francesco Tabusso volle avviare l’allestimento di una Pinacoteca comunale nell’intento di sviluppare, attraverso il racconto e l’incanto della pittura, l’amore e la conoscenza della natura e dell’arte.  Donò così un suo dipinto al paese della Valle di Susa dove aveva trascorso con la famiglia gli anni dell’infanzia da sfollato e tante stagioni della sua vita.     Di edizione in edizione la manifestazione «Fiabe e Boschi» è cresciuta coinvolgendo numerosi artisti, che hanno generosamente donato un’opera da collocare nei locali messi a disposizione dal Comune; la collezione ha così potuto arricchirsi ogni anno con opere, tra gli altri di Francesco Casorati, Romano Campagnoli, Giacomo Soffiantimo, Tino Aime, Antonio Carena, Raffaele Mondazzi, Enrico Colombotto Rosso e molti altri. Partecipano da sempre alla manifestazione anche i ragazzi delle classi quinte della scuola elementare di Rubiana,  invitati all’esercizio delle arti grafiche attraverso un vero e proprio concorso di pittura dove mettersi alla prova. Dal 2014 Fiabe e Boschi si svolge a cadenza biennale e anche la casa di famiglia diviene sede espositiva aperta al pubblico.  

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